E’ terminata tra gli applausi scroscianti la rappresentazione dell’esilarante commedia di John Mortimer e Brian Coke, “Quando il gatto è via”, tenutasi sul palco della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso; è termina con un piccolo e importante gesto di solidarietà, con il dono alle attrici da parte dei presenti di un mazzo di fiori raccolto nel campo interno al carcere.
Il pomeriggio era iniziato con la Dottoressa Maria Grazia Covelli, Direttrice del reparto G8 della Casa Circondarile di Rebibbia Nuovo Complesso e con l’Ispettore Superiore
Luigi Giannelli, a cui è seguito l’intervento del Garante dei Detenuti del Comune di Roma, Avv. Filippo Pegorari, che hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa e ringraziato le associazioni Gruppo Idee e Idee in Movimento, organizzatrici della giornata, per l’impegno e la costanza che mettono nello svolgere tutte le attività, nonché tutti gli attori e il regista Gianfranco Maria Guerra, che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa.
A seguire la rappresentazione c’erano i detenuti dei vari reparti dell’Istituto, che non hanno mancato di far sentire in modo sonoro e divertente, dal primo istante in cui si sono spente le luci e si è aperto il sipario, il loro supporto agli attori.
La commedia “QUANDO IL GATTO E’ VIA” è tratta dalla serie televisiva “George e Mildred” di cui i due commediografi, Mortimer e Coke furono gli autori televisivi. L’adattamento e la regia della versione portata sul palco di Rebibbia sono di Gianfranco Maria Guerra anche interprete dello spettacolo che intervenendo al termine della rappresentazione, ha commentato con i presenti: “E’ stata una giornata molto toccante, intensa e partecipata, speriamo di essere riusciti a portare due ore di spensieratezza all’interno delle mura del carcere romano”. E così è stato, mentre sul palco si susseguivano scene esilaranti, equivoci e battute, al pubblico del carcere si donavano due ore di allegra “evasione”.
Dopo i ringraziamenti a tutti quanti, alla Direzione, alla Polizia Penitenziaria e all’Area Educativa della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso così ha proseguito il regista: “Il teatro è vita e in un luogo in cui per forza di cose la vita è ristretta e le persone tendono a chiudersi in se stesse, il teatro consente a tutti di oltrepassare le barriere ed evadere, anche se momentaneamente, dalla difficile condizione in cui ci si trova. E’ un modo per rimanere in contatto con la realtà e con il modo esterno”.
“Portare il teatro all’interno di un Istituto di Pena” hanno aggiunto i volontari delle due Associazioni organizzatrici, “vuol dire contribuire concretamente alla crescita culturale e sociale dell’individuo e quindi al suo difficile percorso di rieducazione e di rientro nella società”.
Si è respirata aria diversa, in questo pomeriggio, nella sala del teatro di Rebibbia, un’aria che, seppur per poche ore, solo con il Teatro si riesce a respirare, un’aria che tutti i presenti hanno auspicato di poter riassaporare presto…